Tocai oggi Friulano

La storia del Tocai friulano è piuttosto complessa e in molti punti si intreccia con quella del Tokaji ungherese, contribuendo a creare una certa confusione riguardo al vitigno dal quale si ottengono i due vini.

Diverse sono le interpretazioni storiche più o meno chiacchierate, tuttavia studi recenti, avviati a Conegliano intorno agli anni ’70, hanno posto in evidenza diverse somiglianze con il vitigno Sauvignon. Le analisi del DNA effettuate in seguito hanno rivelato che il vitigno Tocai friulano altro non era che il Sauvignonasse, vitigno presente nei vigneti del Bordolese e oggi quasi scomparso, che arrivò in Friuli, probabilmente assieme al Sauvignon, nel periodo in cui, a metà dell’Ottocento, si iniziarono a coltivare i vitigni francesi nei vigneti friulani.

Sembra verosimile far risalire al matrimonio tra il Conte de La Tour e la nobildonna friulana Ervina Ritter la prima, vera importazione in regione di vitigni francesi.

Quest’ultima ipotesi confermerebbe la completa autonomia dei due vitigni indagati, ovvero l’origine francese del Tocai friulano e la derivazione della denominazione di quello ungherese dalla regione in cui da sempre è stato coltivato. Tale affermazione troverebbe inoltre il suo fondamento nella diversità che caratterizza i due Tocai, sia per vitigno che per vino. Basti solo ricordare che il Tocai friulano è un vino secco, fruttato, con uno spiccato sapore di mandorla; quello ungherese, benché possa esistere anche in versione secca (szàraz) o abboccata (édes), è famoso per la sua versione dolce, anzi dolcissima, di colore ambrato, con circa 15 gradi di alcol ed una altissima concentrazione di zuccheri residui.

Da Tocai a Friulano: cambia il nome ma non la sostanza

Italiano o ungherese? O meglio: friulano o ungherese? Molto si è detto e ancor di più si è scritto sull’origine di questo vitigno.

A fare luce sulla questione che nel passato ha coinvolto conti, frati e cavalieri di Francia, Italia e Ungheria è intervenuta, nel 1993, la Comunità Europea, che dopo aver mediato un accordo tra Italia e Ungheria, ha vietato l’utilizzo della dicitura “Tocai” per il vino friulano a partire dal marzo del 2007, in quanto giudicato troppo simile all’omologo DOC ungherese “Tokaji”.

Nel gennaio 2008 la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia ha intentato l’ultimo ricorso per annullare la sentenza, ma il 15 novembre dello stesso anno la Corte Costituzionale ha stabilito il divieto di utilizzare il nome Tocai per la vendita sul territorio italiano.

L’ultima vendemmia di Tocai in Friuli è stata quella del 2008: da allora il vino ottenuto da uve di Tocai friulano si chiama “Friulano”, a sottolinearne il forte legame con il territorio.

Il vecchio Tocai non è scomparso, ha solamente cambiato nome. Il suo gusto, la qualità e la relazione con il territorio rimangono eccellenti come sempre, custoditi sotto la nuova denominazione di Friulano.

Fonte: www.friulano.fvg.it