Bolaffi: I vini di Veronelli vanno a ruba

Appassionati, esperti, cultori o semplici curiosi hanno riempito la sala aste il 14 novembre in occasione della prima Asta Bolafi di vini rari e pregiati realizzata in collaborazione con Slow Food. E il successo ha superato le aspettative, con la vendita del 90% delle 4 mila bottiglie in catalogo e un incasso complessivo di 600 mila euro (il doppio della base d’asta totale).

Un’asta vivace fin dalle prime ore del mattino che ha raggiunto il culmine nella sessione serale, tutta dedicata alla selezione di vini della cantina di Luigi Veronelli, che ha registrato il tutto esaurito (tutti i cento lotti aggiudicati) e un realizzo totale di 157 mila euro.

Tra le bottiglie singole i top lot arrivano proprio dalla cantina di Veronelli: la magnum Romanée-Conti 1981 è volata da 3.500 a 13.750 euro (diritti inclusi) e la rara bottiglia “numero 1” di Romané-Conti 1965 è passata di mano per 7.500 euro; sempre a 7.500 euro è stata aggiudicata la ricercata bottiglia di Richebourg 1983 di Henry Jayer, maestro della viticoltura di Borgogna.

Ma anche le numerose bottiglie italiane in catalogo si sono rivelate all’altezza della situazione, come, per fare qualche esempio, la magnum di Barolo Monfortino Riserva 1999 Giacomo Conterno, battuta a 1.750 euro; il Sassicaia 1985 della Tenuta San Guido, annata pregiata aggiudicata a 1250 euro, e le tre bottiglie di Masseto 2001 passate di mano per 2.250 euro. Sotto il martelletto anche dodici bottiglie di Sassicaia 2005 nella confezione originale, il forziere di legno, cedute a 2.500 euro.

Tra le centinaia di clienti intervenuti, non solo in sala ma anche al telefono e via internet, tra appassionati, collezionisti e ristoratori, non sono mancate le offerte anche da paesi europei, come Germania, Danimarca, Francia, Spagna, ed extraeuropei, con rilanci in diretta anche da Russia, Singapore, Hong Kong e Stati Uniti.

«Le premesse erano ottime – ha commentato Giulio Filippo Bolaffi, ad del gruppo – ma il risultato ha superato le nostre più rosee aspettative. Questa è la dimostrazione che se ci sono i pezzi giusti in vendita, i compratori da tutto il mondo, arrivano sempre e che quindi le grandi bottiglie possono essere vendute anche in Italia».

Ma le sorprese non sono finite: «Questa prima asta – ha proseguito – è sicuramente il preludio di un nuovo business per la nostra maison che già nella prossima primavera presenterà una nuova vendita. Sono convinto che ancora molto lavoro possa essere fatto sia per attrarre nuovi collezionisti, sia per inserire in catalogo nuove interessanti etichette, e la collaborazione con Slow Food Editore, che sicuramente proseguirà, ci darà ulteriore modo di perseguire questo risultato».

Fonte: Bolaffi.