Villa Matilde: vinificazione in argilla

Può essere l’argilla il futuro dei vini? Il fatto di tornare a una vinificazione con tecniche di epoche passate non è più una “bizza” o uno “sfizio” di poche aziende, ma una tendenza che sta prendendo sempre più piede. La vinificazione in anfora, ad esempio, è una delle tecniche più antiche nella storia dell’uomo, da qualche anno tornata molto in auge, con molte aziende che si stanno “convertendo” alla terracotta, dalla cantina Cirelli in Abruzzo a Tenuta Casadei e Rubbia al Colle dell’Arcipelago Muratori in Toscana, fino Cos in Sicilia o al celeberrimo Josko Gravner in Friuli Venezia Giulia, solo per citarne alcune.

Scelta che ha adottato anche l’azienda Villa Matilde che, con l’apertura del primo Pithos e l’assaggio del nettare frutto della vendemmia 2014, ha presentato alla stampa internazionale alla rassegna “Campania Stories”, il primo Falerno del Massico vinificato in anfora. Una scelta voluta per far “rivivere” il vino cantato da Plinio e Marziale, ritenuto “ardens e fortis”, scelto dagli Imperatori romani, ma anche per celebrare la cinquantesima vendemmia dell’azienda (www.villamatilde.it).

“Abbiamo iniziato a lavorare con le uve rosse e contiamo di aprire il primo pithos di vino sperimentale a marzo di quest’anno – spiegano Salvatore Avallone e la sorella Maria Ida Avallone alla guida dell’azienda Villa Matilde – ma il Falerno in anfora che sarà imbottigliato, arriverà sul mercato nel 2016. Tornare a vinificare una piccola quantità di Falerno nelle giare come veniva fatto nell’antichità è un omaggio alla sua storia e a nostro padre che dedicò anni di studi e ricerche a questo vino straordinario, il più antico d’Italia, che oggi è ambasciatore del nostro territorio nel mondo”. Il progetto del vino in anfora nasce circa due anni fa con la consulenza scientifica di Riccardo Cotarella enologo di fama internazionale e dell’archeologo Luigi Crimaco, direttore dei musei di Sessa Aurunca e di Mondragone e viene presentato nel 2015, anno in cui ricorre la cinquantesima vendemmia di Villa Matilde.

Ma la terracotta non è l’unico materiale che le aziende cercano di riscoprire per la micro e la macro vinificazione. L’Azienda Chiusa Grande in Abruzzo di Franco D’Eusanio ha appena presentato i suoi vini nati dal “Progetto vini pietra”, vinificati in vasche di pietra di Pietranico. “La mia “vinosofia” mi impone di non produrre vini per i punteggi, ma per dare piacere fisico – assicura D’Eusanio – il vino deve affascinare, deve lasciare un ricordo gradevole di sé. Il vino deve darmi piacere anche dopo che ho finito di bere e quindi ripongo grande attenzione all’aspetto salutistico e alle garanzie che do al consumatore”.

Fonte: web