Susanna Finocchi racconta il suo Vinitaly 2018

Mi hanno sempre affascinato i Sommeliers che vedevo alla televisione, con tutti gli aggettivi intriganti e colorati che usavano nella descrizione di un sorso di vino. Proprio per avvicinarmi a questo mondo ho intrapreso l’esperienza del corso di Sommelier Fisar di Montecarlo di Lucca, nella speranza di arricchirmi della conoscenza necessaria a non limitarmi a dire “bono” quando ho l’occasione di sorseggiare un bicchiere di vino.

Ho cominciato a scoprire un mondo nuovo che, ad ogni lezione, mi incuriosisce di più e mi fa desiderare di studiare e di impegnarmi per una passione nuova.

Per la prima volta in vita mia sono andata al Vinitaly dove ho passato una giornata molto piacevole e stimolante viaggiando tra una regione e l’altra d’Italia degustando ottimi vini e conoscendo persone che hanno fatto della passione un lavoro (la categoria di persone che invidio di più!).

Ho molti amici che in passato hanno visitato questa manifestazione e tutti mi hanno sempre riferito di giornate devastanti, incontri interessanti, assaggi compulsivi di tutto ciò che si trova a disposizione e la sensazione di sentirsi come “Pinocchio nel Paese dei Balocchi”.

Io, invece, grazie anche ai preziosi suggerimenti dei nostri referenti del corso, ho deciso di fare un’esperienza diversa, consapevole e preziosa per altre future esperienze che vorrò affrontare. Con alcuni dei miei compagni di corso siamo partiti cercando di dare un filo logico al nostro percorso, partendo dalle “bollicine” della Franciacorta dell’Azienda di Lorenzo Faccoli, che ci ha proposto il suo Extra Brut e l’Extra Brut Rosé, entrambi così eleganti da incoraggiarci a rimanere ancora in zona con la cantina Vezzoli e con il Satèn Franciacorta di Ferghettina.

Rimanendo un altro po’ in Lombardia abbiamo degustato il Moscato di Scanzo DOCG dell’Azienda Magri Sereno e, nell’Oltrepò Pavese un vino Cuveé Sepage Conte Viscarino.

Le bollicine sono stuzzicanti e saremmo rimasti ancora un po’ nel padiglione, ma il tempo è volato e c’erano ancora tante curiosità da toglierci. Ci siamo avviati verso l’Alto Adige e il Friuli dove abbiamo degustato al volo il Gewurztraminer di Franz Haas e ci siamo incantati all’assaggio dei vini dell’azienda friulana Livon, in particolare dello Chardonnay, che ci è sembrato di una freschezza speciale e con un equilibrio notevole.

Proseguendo nelle degustazione di vini bianchi, ci siamo diretti nelle Marche dove volevamo fare il confronto tra il Verdicchio di Matelica e il Verdicchio dei Castelli di Jesi e ci siamo fermati alla Cantina Mezzanotte dove, con un entusiasmo che ci ha fatto molto piacere, un ragazzo ci ha parlato della sua azienda e dei suoi vini facendomi di nuovo riflettere su quanto sarebbe bello se tutti svolgessimo il nostro lavoro con tanta passione.

I vini dell’Etna della Contrada Crasà mi hanno conquistata (un po’ devo riconoscere anche per merito dell’affascinante produttore con l’accento australiano), sia il Rampante con uva Carricante e uva Catarratto che aveva una forte mineralità, acidità e sapidità, sia il Rosso Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio.

Interessante anche il Carricante in purezza dell’Azienda Murgo, con cui abbiamo concluso l’escursione nel Sud d’Italia.

Ecco arrivato il momento dei rossi e allora siamo andati in Piemonte dove abbiamo trovato il calore avvolgente del Barolo dell’Azienda Curto, del Barolo Cannubi 2012 e del Barbaresco dei Fratelli Serio & Battista Borgogno, descritti in maniera così appassionante da una delle nipoti del produttore da farmi venire la voglia di organizzare una visita alla loro azienda così ben presentata.

Da ricordare la Cantina del Dolcetto di Dogliani anche perché il simpatico produttore ci ha riempito i bicchieri in maniera molto generosa!

Il viaggio l’abbiamo voluto terminare in Toscana (un po’ di campanilismo ci vuole) e dopo il Brunello della Cantina Casanova di Neri e della Cantina Fattoi, ci siamo lasciati coinvolgere dall’entusiasmo della ragazza che ci ha fatto degustare il vino dell’Abbazia di Badia a Coltibuono dove abbiamo assaggiato un Chianti Classico, un Chianti Classico Riserva e dove con l’offerta di un eccellente Vin Santo Occhio di Pernice ci ha convinti a organizzare un fine settimana tutti insieme nella bellissima abbazia dove hanno un agriturismo.

Mi aspettavo un rientro a casa in condizioni critiche ma l’entusiasmo per l’esperienza fatta e anche la piacevolezza della compagnia mi faranno ricordare la mia prima visita al Vinitaly come uno dei momenti migliori del 2018 e per questo devo ringraziare la Fisar di Montecarlo!

Susanna Finocchi