Resveratrolo e minor consumo di cibo

Il resveratrolo è un fenolo non flavonoide rinvenuto nella buccia dell’acino d’uva, a cui sembra attribuita un’azione antiossidante.

Un gruppo di ricercatori dell’Arizona State University in collaborazione con la Harvard Medical School e con un’Università norvegese, hanno indagato i suoi effetti sulle api in particolare per quel riguarda la durata di vita, l’apprendimento e il rapporto con il cibo.

A quanto pare gli effetti dimostrati sono stati due: un allungamento della durata di vita compreso tra il 33 e il 38% e un minore consumo di cibo.

Le api che tipicamente si ingozzano di zucchero in seguito alla somministrazione del resveratrolo, riducono la loro sensibilità alla sostanza. Gli studiosi hanno appurato che solo quando lo zucchero era presente in dosi molto concentrate, le api sembravano provare qualche interesse per esso.

E’ come se il resveratrolo le spingesse alla moderazione. Ed è proprio questo il meccanismo che, sospettano gli studiosi, è alla base dell’allungamento della vita delle api nell’esperimento. La restrizione calorica dovuta al fenolo dell’uva, insomma, potrebbe essere la causa dell’aumentata longevità.

Dalle api all’uomo il salto è notevole, ovviamente. Così come dalle concentrazioni di resvetratrolo usate in laboratorio a quelle, infinitesimali, contenute nelle bucce dell’uva e di conseguenza nel vino rosso. Se mangiare un grappolo in più di sicuro non può nuocere, lo stesso non si può dire per il consumo di vino rosso. La quantità che occorrerebbe berne ogni giorno per assicurarsi gli effetti benefici del principio attivo che contiene non si conta in bicchieri e nemmeno in bottiglie, ma più probabilmente in damigiane